LIU BOLIN, MONCLER O L'AVVENTURA DI OGNI GIORNO


La splendida performance di Liu Bolin per Moncler da cui è stata tratta questa meravigliosa immagine di advertising, non è solo arte ma anche un esempio di ottima comunicazione.

Vediamo il protagonista che, indossando Moncler, è evanescente all'interno di una biblioteca.

I libri sono chiaramente simbolo di cultura, conoscenza, curiosità e attraverso la figura retorica dell'accumulazione, che che consiste nel mettere insieme una serie di concetti, parole o immagini accostati in modo più o meno ordinato o anche in modo caotico, sottolinea l'importanza e la molteplicità delle esperienze conoscitive.

La biblioteca è luogo sacro del sapere, sua allegoria e il fatto che l'icona del cliente di Moncler si trovi lì, si propone di creare un collegamento, una similitidune tra il brand e il concetto di cultura, e significa che l'abbigliamento Moncler è adatto a tutte le occasioni, non solo allo sport e al tempo libero.

Inoltre il protagonista diviene icona dello studioso sportivo, dell'uomo di cultura atletico, dell'avventuriero colto, ricreando una sorta di ossimoro (che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro) per stravolgere lo stereotipo dello sportivo ignorante o dell'intellettuale flaccido e pigro.

Per il processo di immedesimazione ed emulazione, si spinge il destinatario a identificarsi con tale sorta di novello Indiana Jones o Martin Mystere, e per diventare tale lo si invita, in modo subliminale, a usare l'abbigliamento Moncler.

Quindi una perfomance altamente efficace, anche in termini di semiosi.





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